Istruzioni
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All’apertura della confezione verificare l’integrità del dispositivo, controllando che le cuffie prossimale e distale non presentino danni strutturali e che il mandrino sia correttamente posizionato nel lume del tubo, con l’estremità distale collocata all’interno della cuffia esofagea. La cuffia prossimale deve essere sgonfia prima dell’inserimento. Procedere quindi a lubrificare adeguatamente il dispositivo con un lubrificante idrosolubile. Gonfiare con 8 ml di aria il pallone distale in modo da agevolare l’introduzione.
Tenendo il capo del paziente in posizione neutra, procedere quindi all’introduzione orofaringea del dispositivo: impugnandolo con la mano dominante tenendo coesi mandrino-tubo e aiutandosi con la mano non dominante, fare avanzare il dispositivo nel cavo orale. Farlo scorrere lungo il palato fino a raggiungere la profondità corretta, segnalata dalla linea di demarcazione posta all’estremità prossimale del tubo tra le arcate dentarie. Tale profondità di inserimento corrisponde al posizionamento della cuffia distale in esofago e quella prossimale in regione sovraglottica (ipofaringe).
Procedere al gonfiaggio ad aria della cuffia esofagea, fino ad ottenere una pressione adeguata ad isolare l’esofago distale, e quindi lo stomaco, prevenendo il reflusso gastrico. Rimuovere il mandrino. Procedere al gonfiaggio della cuffia prossimale senza superare i 50-60 cm H2O e connettere il tubo ad un circuito di ventilazione o a un pallone autoespandibile per ventilare il paziente. La verifica del corretto posizionamento avviene attraverso il metodo auscultatorio e il metodo capnografico.
Qualora non fosse possibile ventilare il paziente nonostante l’esecuzione della procedura come indicato, è possibile che il tubo non sia posizionato correttamente e che la cuffia distale sia entrata in trachea. In tal caso, in mancanza dei segni di ventilazione efficace, sarà necessario rimuovere il dispositivo e ripetere la manovra di introduzione con l'ausilio di un laringoscopio per guidare sotto visione il posizionamento della cuffia distale in esofago.
Una volta introdotto efficacemente, il dispositivo in questa configurazione consente di ottenere un’efficace ventilazione del paziente e proteggere le vie aeree dal rigurgito e dall’inalazione di materiale proveniente dal faringe, ottemperando agli scopi che si prefiggono i presidi sovraglottici.
Qualora la situazione clinica lo richiedesse, Spritztube offre la possibilità di eseguire un’intubazione orotracheale, senza necessità di dover procedere alla sostituzione del presidio, ma semplicemente cambiandone la configurazione, cioè facendo scivolare la sua parte prossimale in trachea dopo aver scuffiato la cuffia prossimale e andandosi a collocare con il tubo prossimale nel lume tracheale, come per tutte le intubazioni. È possibile eseguire l’intubazione secondo diverse modalità:
- - Intubazione tramite laringoscopia classica
- - Intubazione tramite laringoscopio a fibre ottiche
- - Intubazione tramite fibroscopio rigido tipo Bonfils o videostiletto.
- - Intubazione tramite fibroscopio flessibile
Per la laringoscopia classica, una volta sedato e curarizzato il paziente, si procede a scollegare il presidio dal circuito di ventilazione, si sgonfia la cuffia prossimale e si introduce la lama del laringoscopio in bocca andando a sollevare l’epiglottide. Una volta ottenuta la visualizzazione della glottide, si posiziona il tubo in trachea. Se l’intubazione risultasse difficile, è possibile recuperare la ventilazione semplicemente rigonfiando la cuffia prossimale e riconnettendo il tubo al circuito di ventilazione. Si prenderà quindi in considerazione una tecnica alternativa di intubazione fra quelle citate sopra. Una volta effettuata con successo l’intubazione, si gonfia nuovamente la cuffia prossimale, a una pressione sufficiente a chiudere il lume tracheale, e si continua la ventilazione del paziente.
Nell’intubazione per mezzo di laringoscopia a fibre ottiche (Glidescope, McGrath), si sconnette il tubo dal circuito, si sgonfia la cuffia e si introduce la lama del laringoscopio ottico fino a visualizzare la glottide. Mandrinata la parte prossimale del tubo, si procede a far scivolare quest’ultima all’interno della trachea. Una volta rigonfiata la cuffia prossimale, si procede alla ventilazione e alla verifica tramite auscultazione e capnometria.
L’utilizzo di un endoscopio rigido tipo Bonfils prevede anche in questo caso che venga deconnesso il circuito di ventilazione e sgonfiata la cuffia. Prima di introdurre l’endoscopio si consiglia di aspirare eventuali secrezioni nella regione sovraglottica per mezzo di un sondino introdotto attraverso il tubo, in modo da migliorare la visuale. A questo punto è possibile introdurre il Bonfils attraverso il tubo e avanzarlo fino all’orifizio distale, procedendo poi ad angolarlo in maniera da ottenere una corretta visualizzazione della glottide. Una volta portato lo strumento presso l’adito laringeo, si introduce il tubo in trachea, si gonfia la cuffia e si procede a ventilare il paziente, verificando ancora una volta la ventilazione tramite auscultazione e capnografia.
L’ultima tecnica possibile sfrutta il supporto di un endoscopio flessibile o videostiletto. Previa aspirazione della regione sovraglottica, si introduce lo strumento attraverso l’apposito foro per broncoscopia e aspirazione presente sul catetere di Mount, senza interrompere la ventilazione. Si avanza fino a superare l’estremità distale del tubo e, visualizzata la rima glottica, si passa in trachea, spingendo il fibroscopio fino alla carena; in caso di utilizzo di videostiletto, fermarsi all’adito laringeo. A questo punto si sconnette brevemente il circuito di ventilazione e si sgonfia la cuffia prossimale e si procede a spingere il tubo in trachea, sfruttando il fibroscopio o il videostiletto come guida. Una volta controllata la corretta posizione in trachea dell’estremità distale di Spritztube, gonfiare la cuffia tracheale e ventilare il paziente.